Epilogo: mi domando cosa provano gli immigrati che in Italia (in Europa, dovunque) devono passare attraverso le maglie strette e complicate della burocrazia.
Mi domando quanti subiscono abusi, indifferenza, arroganza. Mi domando cosa provano e di cosa parlano tra loro nelle file interminabili agli sportelli delle Questure, Ambasciate, Uffici immigrazione.
Mi domando se qualche volta trovano un’anima gentile che gli sorride invece di trattarli con tracotanza. Mi domando quante volte si siano pentiti e vogliano tornare indietro pur di non passare da questa assurda burocrazia che spesso dimentica di avere a che fare con esseri umani.
E mi domando anche se e quante volte abbiano dovuto pagare mazzette per vedere la loro pratica avanzare verso un esito positivo.
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Ho presentato domanda per il resident permit, sorta di permesso di soggiorno. Prima mi sono informata in vari uffici, o meglio varie sedi dello stesso ufficio, quello dell’immigrazione. Da ognuno ho avuto un pezzo di notizia, mai tutte insieme, mai complete. Qualcuno che conosco mi ha indirizzato ad un officer della sede di Ho, quella più vicina a dove vivo. Una persona così gentile che mi ha sorpreso, si è preso persino la briga di telefonarmi il giorno prima fissato per l’appuntamento per la consegna dei documenti per comunicarmi che… l’ufficio non aveva il modulo per la compilazione della richiesta di residenza! Un prete senza altare, un soldato senza fucile, una casa senza tetto… Mi sono arrabbiata (non sempre, ancora, riesco a sorridere per queste assurdità) ma almeno non mi ha fatto fare 3 ore di strada per nulla.
Due giorni dopo mi dice che ha procurato il modulo, mi rielenca tutti i documenti da portare e poi mi chiede: sa quanto deve pagare? Beh, pensavo lo sapesse lei… Ah, ok sono 600 Ghana Cedi. Capisco subito. La cifra ufficiale è 100 Ghana Cedi.
Alla fine, nella scelta tra Ho, Kumasi (dove me ne chiedono 300) e Accra, sono finita ad Accra. Ho la fortuna di avere degli amici che ci sono già passati, lui italiano lei ghanese, e mi hanno fornito un contatto in quell’ufficio. Documenti consegnati, con fatica e ansia (non vi racconto altri retroscena). Pagato e “ringraziato” per l’attenzione alla mia pratica. Da certe regole non si sfugge.
Welcome to Ghana!
Categorie:diario di un'italiana in ghana
Cara Antonella le difficoltà pratiche che incontri (il documento di residenza, l’acquisto del letto) ti capitano perché hai scelto una strada strana di stare in Africa; sei partita da sola non con il supporto di un gruppo o un’organizzazione non governativa. E’ una strada un po’ in salita la tua ma… ce la farai 😉
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Grazie Nicola, il sostegno degli amici è una grande medicina. E poi c’è il mare meraviglioso di fronte a me che mi guarisce.
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