Sono qui per cercare il mio futuro ma mi sono rituffata nel passato.
Il passato dei vestiti buoni della domenica, dei cagnolini che muovono la testa di qua e di là da cruscotti sgangherati e di radioline a transistor.
Il passato del cucinotto con la bombola del gas, dei baracchini dove si vendono cose “sfuse” a pochi soldi e dei mercati dove si urla, si contratta, ci si tocca. E il sudore è un rivolo su mille tracce.
Il passato della plastica, degli oggetti in plastica. Dovunque e per qualunque cosa. E dei grandi e a volte ingenui cartelloni pubblicitari.
Il passato della speculazione edilizia, della ricerca di opportunità, della disillusione e della speranza.
Il passato dell’improvvisazione, della costruzione e della spinta in avanti.
Mi sono rituffata nel passato. Rinata con occhi adulti, che sanno osservare ma che piangono ancora.
Rinata senza l’oblio della vita precedente.
È per questo che non ho scuse. È per questo che devo mettercela tutta. È per questo che nessuno, nemmeno io, potrà perdonare la sconfitta.
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