Prima c’era solo il sole (e la luna piena) a dare luce alle cose.
Per la notte buia ho cominciato con una candela e ho proseguito con una lanterna made in China. In fretta mi sono evoluta e sono passata al pannello solare e poi… sono tornata indietro, con un artigianale impianto elettrico. Fili tirati da una capanna ad un’abitazione, cavi nascosti sotto la sabbia e prese elettriche applicate con fantasia.
La cosa più scioccante è che ci ho messo due giorni per fare tutto! Un record impossibile per l’Africa e tutto quello a cui mi sto abituando qui. Un giorno per acquistare il materiale, il giorno (e parte della notte dopo) per fare l’impianto e attaccarlo al vicino più disponibile e con una casa. Un worker così competente, serio ed efficiente non lo avevo mai incontrato! Ha lavorato dal mattino alle 7,30 fino alle 23 circa. Il suo nome è Godsway.
Questo Paese è proprio una costante sorpresa.
Categorie:diario di un'italiana in ghana
dice Kahlil Gibran: non importa quanto dura la tempesta, il sole splende sempre di nuovo tra le nuvole
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