L’ho già detto che qui ogni giorno è un giorno nuovo? È incredibile come in un posto così piccolo, dove sembra non accadere mai nulla accade sempre qualcosa. Perché si gioca d’improvvisazione, ecco perché. Oggi, domenica, è giorno di meeting per i buddisti della Soka Gakkai.
Un’ora di daimoku, gongyo, lettura di un breve brano di Gosho, si sottolinea che oggi, 16 marzo è il giorno di Kosen Rufu. Poi io, compita compita, leggo un brano da un libro che porto spesso con me per arricchire l’incontro e mi preparo alle due ore di discussione… (essì, in Africa anche i meeting hanno tempi africani, non europei).
Invece a un certo punto uno dei membri si alza, prende la campana dal butsudan e comincia a suonarla e donne, bambini, giovani, uomini mezza età si alzano e cominciano a cantare e ballare. Ed è tutto un ritmico risuonare di battiti di mani. Io rimango con il mio libro e con il jutzu persi tra le mani.
Dopo un po’ qualcuno si ricorda che ci sono anch’io: dobbiamo fare le prove per il festival di domenica. Festival? Sì, il festival buddista… Che si chiama? Si chiama Ganu. Boh? Però è stato divertente, mi sono divertita un casino. Com’è vero che la pratica si adatta in certa misura alla cultura del Paese.
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