diario di un'italiana in ghana

Con Paolo nel cuore

Te ne sei andato esattamente una settimana fa. Ma io l’ho saputo solo oggi. Non perché mi trovo così lontana da Napoli ma perché ormai da tempo le nostre vite non si incrociavano. Se non nei pensieri.

Ti ero piaciuta subito, mi eri piaciuto subito. Un uomo senza tanti fronzoli, senza inutili sovrastrutture. Hai reso le cose semplici, anche se potevano apparire complicate, per come (anzi per il momento) la storia tra me e tuo figlio era cominciata.

Avevi una sincerità femminile, quella che viene dal cuore e dalla passione. E infatti tuo figlio lo ripeteva spesso: in famiglia è lui che ha sempre svolto il ruolo di madre. In qualche modo poi lo hai svolto anche con me: ti preoccupavi del mio lavoro, della mia salute, anche del mio divertimento. E pensare che hai continuato a farlo anche dopo, per un po’ di tempo, quando tuo figlio già non c’era più. Poi, si sa come succede in questi casi. Per motivi che ogni volta sono diversi (o sempre uguali?) ci si allontana.

Sono felice di averti apprezzato quando c’eri – e come poteva essere diversamente con uno come te. Caloroso e amichevole sempre.

Con te ho condiviso il momento peggiore della tua e della mia vita. Quel momento dell’agonia, dopo giorni di ospedale sempre insieme, e poi della morte. Nessuna lacrima, né io e né tu in quel momento. Stoici, ma in realtà troppo distrutti. Una condivisione che ci ha unito per sempre.

Ora rimarrò soltanto io a ricordare. Tu, dopo aver sopportato quel dolore per altri 12 anni, chissà dove andrai adesso a rincontrare il tuo Marco.

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