Qualche volta mi fanno sorridere, qualche altra mi danno sui nervi. Dipende dall’umore. Questi amanti dell’Africa senza se e senza ma.
La maggior parte del popolo del “mal d’Africa” il continente lo ha visto solo di passaggio, tra una vacanza e l’altra o tra un impegno di volontariato e l’altro. Tramonti da sogno, safari e bambini con il moccolo… Tanto basta per innamorarsi, dire: sono stato in Africa (anche se magari semplicemente in un villaggio turistico di Zanzibar). Tanto basta per voler tornare.
Sì provate a tornare, innamorati dell’Africa, provate a tornare e a viverci, a lavorarci. Ma provate a tornare con pochissimi soldi, così come siete. Senza un lavoro in una grande azienda internazionale o al servizio di una multinazionale o di una grossa ONG. Provate a fare i conti con le loro regole (o mancanza di regole). Provate a venirci senza “protezioni”. E provate a venirci per quel che siete: bianchi che non possono nascondere il colore della loro pelle. E che non sono in vacanza.
Provate a vivere in una delle loro case… non parlo di quelle della classe medio-alta – che naturalmente anche qui esiste ed è purtroppo spesso costituita per i politici e per il loro entourage – non parlo di quelle in stile europeo con confort che vanno dall’aria condizionata, alla piscina, al generatore per affrontare i black out; dal cuoco all’autista al guardiano.
Parlo dell’Africa, quella che non puoi riprodurre in nessun altro luogo. Parlo di quell’Africa dimenticata da chi la deve amministrare, far crescere, difendere dalla voracità del neo-colonialismo capitalista. Parlo dell’Africa svenduta dai suoi capi di Governo, spremuta come un limone, che non ne rimanga neanche una goccia…
Parlo dell’Africa di quegli africani che dalla nascita alla morte rimarranno com’erano i padri e anche di quelli che ci proveranno, che lotteranno, che emergeranno o che si arrenderanno. Parlo dell’Africa che non si sente terra promessa mentre quelli del “mal d’Africa” continuano a vederci l’Eden, il paradiso perduto. Un sogno da fare ad occhi aperti.
Sì, l’Africa è male, è paradiso, è sogno. Ma non come quelli che ne parlano. Quel male, paradiso e sogno va vissuto con le ragioni dell’Africa, con le delusioni che ti da ogni giorno che vivi qui. Con le passioni che ti da ogni giorno che vivi qui. Scordatevi l’Eden, il paradiso perduto. Smettetela – vorrei dire a coloro che sospirano: Oh, l’Africa … – di ricamarci i vostri archetipi. Smettetela di essere superficiali.
L’Africa non è attraente, l’Africa può respingervi malamente. A meno che… a meno che ci siate con la vostra mente, prima che con il cuore. A meno che la lasciate fare. E a quel punto potrete decidere se è quello che davvero immaginavate.
Categorie:diario di un'italiana in ghana
secondo me dipende soprattutto da due cose:
1) cosa ti ha portato in Africa? Curiosità, un amore, il lavoro, il sogno dei posti lontani, è stata una scelta personale o di riflesso (sei a seguito di un/a partner che si sposta per lavoro);
2) le aspettative che hai, ma questo lo hai detto anche tu, se ho capito bene, dicendo “con la mente” prima che con il cuore
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