Non è stata solo una brutta figura. Di certo non sfortuna. La cattivissima performance del Ghana ai mondiali del Brasile riguarda il calcio solo in seconda battuta. Perché tutto quello che è accaduto prima della partenza delle Black Stars, mentre erano lì – sul campo o fuori campo – e anche durante il ritorno non è che l’espressione della realtà del Paese.
Avidità, corruzione, mancanza di senso del futuro e di capacità organizzative. Le Black Stars e tutto l’entourage, non sono mai partiti con la speranza e la determinazione di giocare un buon mondiale, di farsi onore, di fare onore ai tifosi e al Paese.
Sono partiti per godersi il Brasile, la notorietà e, primo fra tutti, i soldi. Solo giocatori vissuti nella stessa pastoia di una politica sempre più incapace e corrotta potevano inscenare una protesta poche ore prima di una partita decisiva per il pagamento – sull’unghia – dei diritti di immagine.
Una sola giustificazione: per la paura di rimanere fregati hanno approfittato (maldestramente) dei riflettori puntati sulla World Cup.
Ma in quale Paese lo stesso presidente avrebbe spedito in tutta fretta 3 milioni di dollari per evitare problemi? E in quale Paese un presidente avrebbe poi avviato un’inchiesta per appurare se i giocatori abbiano commesso degli errori? Salvo poi esortare i Ghanesi a dare una calorosa accoglienza ai propri “ragazzi”, nonostante tutto. Ragazzi pagati profumatamente, e ben accompagnati e coccolati da decide e decine supporter (pagati). Ragazzi considerati tra i peggiori di questo mondiale.
Ragazzi che non sanno niente della povertà di milioni di altri ghanesi, quelli attaccati alle radioline durante le partite: quella con gli USA (2-1 per gli USA), quella con la Germania (2-2), quella con il Portogallo (2-1 per il Portogallo con uno stupido autogol del Ghana). Qualcosa di più questi tifosi se la meritavano, qualcosa di più questa gente se la meriterebbe.
Invece si ritrova a dover fare i conti con dirigenti e calciatori alle prese con il voodoo e le superstizioni (o finte superstizioni, visto con questi metodi è ancora facile qui manipolare le masse). Si ritrova con un presidente della Federazione Calcio Ghana che si vanta di aver pagato (prima del mondiale) 10.000 Ghana Cedi per assicurarsi la “protezione” di più religioni e che dopo poco si ritrova coinvolto nell’accusa di tentativo di truccare partite successive alla World Cup.
Per chi non ascolta le radio locali è interessante sapere cosa ha dichiarato. Al di la di ciò che ha detto ai media esteri, in casa Kwesi Nyantakyi ha detto che i giornalisti inglesi hanno agito per razzismo e per dare una cattiva immagine del Ghana e delle Black Stars.
La realtà invece è che non c’è bisogno di complotti, la cattiva immagine la si riesce a dare senza nessun aiuto esterno.
Siamo diventati come il Burundi, mi ha detto un amico ghanese, con la ricchezza sempre più concentrata in poche mani, i poveri sempre più poveri e un forte, ormai imbattibile nepotismo.
Non lo dico io, io posso solo confermarlo.
E il grido dei tifosi GoGhanaGo meglio sarebbe GoGreedGo!
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