diario di un'italiana in ghana

La morte “apparente” secondo Vonnegut

La cosa più importante che ho imparato su Tralfamadore è che quando una persona muore, muore solo in apparenza. Nel passato è ancora viva, per cui è veramente sciocco che la gente pianga al suo funerale. Passato, presente e futuro sono sempre esistiti e sempre esisteranno. I tralfamadoriani possono guardare i diversi momenti proprio come noi guardiamo un tratto delle Montagne Rocciose. Possono vedere come tutti i momenti siano permanenti, e guardare ogni momento che gli interessa. È solo una nostra illusione di terrestri credere che a un momento ne segue un altro, come nodi su una corda, e che quando un istante è passato sia passato per sempre.

Quando un tralfamadoriano vede un cadavere, l’unica cosa che pensa è che il morto, in quel momento, è in cattive condizioni, ma che la stessa persona sta benissimo in un gran numero di altri momenti. Oggi anch’io, quando sento dirte che è morto qualcuno, alzo le spalle e dico ciò che i tralfamadoriani dicono dei morti, e cioè: “Così va la vita”. (da Mattatoio n.5 o la crociata dei bambini di Kurt Vonnegut)

Oggi letteratura e un pensiero – grazie a Kurt Vonnegat. Quello che impermanenza e permanenza alla fine sono lo stesso concetto: ciò che siamo e proviamo oggi.

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