Persino alle Maldive, dove la maggioranza è musulmana, non ho seguito l’avvertimento/consiglio di chi mi esortava a rimettermi la parte di sopra del costume. Questo per dire che non mi piace sottostare alle regole degli altri e non l’ho mai fatto. Mancanza di rispetto? Ognuno la pensa come vuole. Su una spiaggia, soprattutto in un luogo turistico, sono libera di fare come mi pare, poi in altri contesti è ovvio che gli aggiustamenti e le regole dettate da culture differenti mi hanno sempre trovato pronta ad adeguarmi.

Ma continuiamo a parlare di spiagge.
Oggi c’era il mare più bello, limpido e invitante che ho visto da quando sono qui, ma proprio oggi niente tuffi. . .

Yaw mi ha spiegato che forse non era il caso mi mettessi in costume e che se proprio volevo nuotare potevo entrare con il pareo. Il motivo?  Oggi è sabato e i bambini, liberi dalla scuola, si riversano sulla spiaggia. Devono fare il bucato, prendere l’acqua al pozzo, ma ne approfittano anche per distrarsi e giocare tra le onde. Ebbene alcuni di quei bambini ora sono miei “studenti”. Sono nel gruppo di bimbi che rientrano nel piccolo progetto di cui parlo in un precedente post. Siccome per una donna, soprattutto matura, non è dignitoso farsi vedere seminuda, ora che vivo qui e ho a che fare con i bambini è preferibile io mantenga un certo contegno. Oltretutto i bambini si sarebbero avvicinati per nuotare con me per guardarmi meglio da vicino e siccome riportano più o meno tutto  (quando gli conviene) ai genitori,  gli avrebbero raccontato anche i particolari.

Tutto questo me lo spiegava Yaw che quando mi ha vista pensierosa  (avrà pensato risentita) mi ha detto: ma se proprio vuoi andare, vai.

Forse qualche anno fa la libertà di fare un bagno quando volevo sarebbe stato più importante di tutto. Oggi lascio andare. Dopo tutto, posso tornare lunedì e poi martedì e poi . . . fino a venerdì.

Però ho tra le mani una meravigliosa stella marina. . .