Sono sempre felice di viaggiare, Sempre felice di partire. Per dove, conta meno. Ciò che conta è muoversi, decidere di andare, allungare gli orizzonti. Per questo non mi importa se i piani cambiano, se sulla strada qualcosa accade. Niente va storto, tutto è un’occasione: qualcosa di diverso, inaspettato, che arriverà.
Così il mio viaggio verso il Nord del Ghana si è trasformato in altro. Una gomma del bus che scoppia – e alla fine devi ringraziare l’autista che guida per una destinazione così lunga senza ruota di scorta, ma è riuscito a tenere saldo il volante – modifica la meta e ti ritrovi dove non avevi pensato di andare: in un luogo che si chiama Kintampo. Cascate magnifiche, e il punto esatto dove si trova il centro del Ghana.
Il viaggio cambia, dunque. Si arriva a Tamale. Si scopre un Paese diverso. Arido, musulmano, tranquillo, gentile. Poi di nuovo in discesa, giù verso la Regione Ashanti e poi ancora giù verso la capitale, Accra, che non riesco a sopportare più di un paio di giorni. E finalmente a casa. Quella che oggi chiamo casa.
Ma la casa è la mia mente. La casa è la mia vita. La amo così com’è, la amo come una tenda che si trasporta ovunque e che ti dà riparo quando ne hai bisogno, ma la amo anche come un rifugio scolpito nella roccia. Perché io posso stare ovunque. Posso stare in una casa ricavata dalla roccia, posso stare in una meravigliosa baita di montagna, posso stare in una capanna che oscilla nel vento.
Posso stare ovunque. Dovunque sia la mia meravigliosa vita. E lì, essere felice.
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