Avete mai visto morire una stella marina? Con dolcezza piega i suoi raggi, si accartoccia poco poco, lentamente, poi si stende di nuovo. Con la stessa lentezza. Fino a fermarsi, bloccarsi, perdere colore e morbidezza. Fino a morire. Ma prima, manda segnali, segnali chiari. Si avvertono, si sentono… La sensazione – se la tieni nelle mani – è che stringa, ti chieda sostegno, aiuto. Si aggrappi a te.
Non ha occhi una stella marina, non ha bocca, non ha suoni da noi percepiti. Per questo la avvertiamo “inferiore”? Per questo non pensiamo che viva? Eppure è una creatura complessa, la stella marina. Un miracolo, una prova della perfezione della natura.
Spesso finisce nelle reti dei pescatori o nelle mani di qualche bambino senza educazione né conoscenza. Te la porgono come regalo. Un bel regalo. Non posso rifiutarle, non posso gettarle via. Non posso riportarle in mare Troppo tardi.
Così ne tengo qualcuna. A ricordarmi, non so perché, la vanità del possesso.
Categorie:diario di un'italiana in ghana
Bellissimo testo.
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