diario di un'italiana in ghana

Sono quel ponte che attraversa l’acqua

E poi c’è il giorno in cui si torna, si deve tornare. È quando la testa comincia a confondersi, a dover fare i conti con il cambiamento. Ancora. Quando si dovrà riabituare al fare, al fare perennemente. Ad altri spazi, ad altre voci, ad altri giorni. Dove c’è poco tempo per pensare, per osservare, per abbandonarsi. Il fare chiama, il dover fare.

Com’è difficile andare e tornare. Togliere le scarpe e indossarle. Stare sola e parlare, dover parlare. Stare in silenzio e ascoltare. Aspettare e non aver tempo di aspettare.

Il Ghana e l’Italia. Io qui, io lì. Un abisso. Un’altra donna. Sempre io. Come voglio essere, come sono.

L’acqua che scorre, todo cambia. L’acqua che entra nell’acqua e vi si mescola. Non si oppone.

Il Ghana e l’Italia. E un ponte. La mia congiunzione. Io che mi unisco e che unisco. E che trasformo me stessa in un tentativo di conciliazione che serve per vivere un altrove così diverso.

Il tempo passa, qui e lì, e scopri sulla tua pelle, che non sei mai la stessa.

So che sono prepotentemente dove sono, ma che domani con la stessa prepotenza posso essere altrove. Sarò altrove… Con la stessa forza e determinazione.

La mia testa deve adattarsi, ogni volta un po’ di più, o forse un po’ meno. La mia testa elastica, mobile, ricca di imprevisto. Ricca di vita.

Mi adatto, mi modello e prendo la forma del dove sono. Mi modello e mi piace ogni vita.

Ci sono io nella mia vita, nessun altro. Ci sono io. Che mi sforzo, mi rafforzo, vinco sulle paure e sugli ostacoli. Ogni volta nuovi, non finiscono, ma che importa. Io ci sono. Dovunque. Mi sembra la sola cosa che conti adesso.

io cascate

ponte

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...