Ci sono amori ignari del tempo. Che non sanno cosa sia il passare dei mesi e delle stagioni. Che non sanno cosa sia dimenticare.
Musetta è venuta a trovarmi. E in pochi secondi è stato tutto un carezze, danze – con la sua solita zampa da ballerina, fusa e poi riposo. E le solite riflessioni, io e lei in terra e lei sulle mie gambe. La guardavo: gli occhi di Fusillo. Musetta è la mamma di Fusillo.
Ho pensato: sei triste anche tu? Forse lo è. Ma lei sa cosa è la vita, riaggiustarsi alle circostanze, arrangiarsi, andare avanti e guardare al futuro. Ci assomigliamo un po’ cara Musetta: nessuna casa, una casa possibile ovunque; testarda e tenace, perché fermarsi a piangere per troppo tempo non porta lontano; pronta a prendersi l’offerta dei piaceri e le carezze ogni volta che ci sono, ma ugualmente pronta a voltarsi e a riprendere il cammino quando è ora.
Sei sopravvissuta a tante cose, anche a Fusillo. Sempre dolce e con un cuore dalla memoria di ferro. Sei una micia speciale Musa, e io ti amo proprio.
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