culture

Chi è l’altro che si uccide senza pietà?

Ieri ho visto il film “Garage Olimpo” (sì, non l’avevo mai ancora visto). Non lo avessi fatto…

Eppure la Storia – anche quella che fa schifo – bisogna conoscerla. Però, ora sono più sconcertata di prima.

Ho letto e mi sono informata abbastanza dei genocidi compiuti nel corso dei secoli (l’interesse è cominciato quando, nel 2008, ho visitato il Kigali Genocide Memorial in Rwanda) e risposte “logiche” – scusate se uso questo termine, ma diciamo che è un termine scientifico –  le fornisce il profondo lavoro di Daniel Goldhagen in “Worse than War” (Peggio della guerra).

C’è un gruppo, un’entità culturale, politica, religiosa, tribale, ect. ect e poi ci sono “gli altri” e questi altri possono essere massacrati, torturati, umiliati, senza grandi riserve morali e mentali tanto… “non sono come noi“. E non sono neanche umani.

Ma quale meccanismo viene messo in atto nella mente di chi tortura e uccide persone che parlano la tua lingua, studiano o lavorano dove tu studi o lavori, vengono al cinema con te e condividono le medesime esperienze, i medesimi luoghi e anche gli stessi amici e a volte gli stessi parenti?

La mente ha bisogno di risposte – di categorie – per rasserenarsi. Ma Garage Olimpo ha rimesso tutto in ballo e forse l’unica risposta – come ho letto qualche giorno fa nella pagina iniziale di un libro, è solo: L’humanité est merde.

[È possibile vedere su YouTube sia Garage Olimpo – in lingua originale ma anche in italiano – sia il film/documentario tratto da Worse than War]

Kigali Genocide Memorial - Kigali, Rwanda - Foto di Antonella Sinopoli

Kigali Genocide Memorial – Kigali, Rwanda – Foto di Antonella Sinopoli

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