culture

Ghana, come svendere le proprie tradizioni

Una volta la chieftancy in Ghana era una cosa seria. Serissima. I chief e le queen mother si sceglievano sulla base di lignaggi familiari, meriti e accertate qualità di leadership. Tutte cose immateriali che poi – ovviamente – si trasformavano in fatti concreti: il benessere del proprio villaggio o area, il rispetto e la limitazione delle occasioni di guerre o conflitti, la capacità di incidere nelle decisioni dei governi centrali, per fare degli esempi.

E oggi? Oggi è in atto la svendita delle proprie tradizioni, proprio come accade per la terra – venduta al miglior offerente per far spazio al business occidentale – o per le miniere. Anche qui, tanto per fare un esempio.

In passato era molto raro che un bianco potesse diventare chief o queen mother di un villaggio. Oggi sono decine, decine. E decine. E di tutte le età. Persino giovani volontari che neanche arrivano alla soglia dei 25 anni. Perché? Perché? Perché quel che conta è dare importanza e una forma di fratigicazione (anche se solo apparente) ai bianchi venuti con quello spirito di assistenza o supporto che comunque sia piace tanto. Quel che conta è far sentire importanti questi occidentali bianchi vanesi che credono così di aver assunto un posto speciale in quest’Africa un po’ calcolatrice e un po’ naif. L’intento è blandire, investire nel futuro. Tutto qui.

Quindi, cari chief e queen mother visi pallidi, lasciamo da parte ogni illusione e ogni vanità. Piuttosto impariamo la storia e, perché no? cerchiamo di entrare di più nella mente e nel cuore di chi dice di amarci. Scusate se spezzo i vostri sogni: nel maggior parte dei casi è puro calcolo e interesse.

Ed eccomi qui, anch’io – e da qualche anno ormai – queen mother di un villaggio. Ma una vera queen mother – una ghanese, dico – è coinvolta in decisioni, relazioni, liti e controversie. Io no. E nessuno di voi scommetto, cari amici che siete entrati nel giro degli eletti. Quello che ci chiedono è raccogliere soldi, sponsorizzarli e aiutarli a migliorare la loro condizione di vita. Nulla di male. Io, l’avrei fatto lo stesso, quello che sto facendo. Senza bisogno di tante lusinghe. Vabbè, comunque, grazie lo stesso. Ovviamente è stata – ed è – una bella esperienza. Ma non scambiamolo per altro.

[E ora spazio alla vanità. La mia. Prova provata di quel che scrivo. L’evento, a cui fanno riferimento le foto, risale al gennaio 2011]

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1 risposta »

  1. I bianchi vengono quasi sempre coronati come “development chief” che alla fin fine significa solo….porta soldi, porta investitori nel nostro villaggio.

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