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Ghandi era razzista? Via la statua dal campus universitario

Ghandi era razzista? Sembra una domanda impropria eppure è quanto emergerebbe dalle proteste che da un po’ di tempo stanno infiammando il mondo accademico e studentesco ghanese.

Tutto è cominciato quando, in occasione della visita del presidente indiano nel Paese, Pranab Mukherjee, è stata eretta una statua raffigurante il padre della lotta non violenta all’Università di Legon, Accra. Ne è nata una sollevazione e un movimento, con tanto di firme raccolte, affinché la statua venga rimossa.

Perché? Perché – ricordano studenti e professori – il Mahatma nel periodo della sua lunga permanenza in Sud Africa si era espresso, tra l’altro, in questo modo: “Ours is one continual struggle against a degradation sought to be inflicted upon us by the Europeans, who desire to degrade us to the level of the raw Kaffir whose occupation is hunting, and whose sole ambition is to collect a certain number of cattle to buy a wife with and, then, pass his life in indolence and nakedness.” Dove “kaffir” sta per gli africani neri e, almeno all’epoca, era un termine assai dispregiativo.

La protesta si collega a quella già in atto da tempo in Sud Africa e si aggiunge alle campagne online che stanno facendo il giro del mondo #RhodesMustFall (per la rimozione della statua del colonizzatore imperialista dall’Università di Cape Town)  #BlackLivesMatter#ICantBreathe, per citarne qualcuna. E, naturalmente #Ghandimustcomedown. L’obiettivo è restituire – o finalmente riconoscere – dignità ai black africans.

Nel caso siete d’accordo con l’opinione di chi vuole la rimozione della statua dal campus universitario di Accra, ecco qui la petizione online. Peraltro – si fa notare – si tratta dell’unica statua di una personalità eretta nel campus. Non sarebbe meglio al suo posto quella di un africano nero? Dicono professori e studenti.

Io, intanto ricordo il luogo in memoria di Ghandi in un’altra nazione africana dove sono stata anni fa, l’Uganda. A Jinjia dove c’è la fonte del Nilo c’è un piccolo memoriale a lui dedicato e che ricorda che parte delle sue ceneri sono state disperse proprio lì, dove nasce il grande fiume. Comunque, nell’Africa nera.

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[Foto di Antonella Sinopoli]

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