culture

Miriam Makeba, impegno e gioia fino alla fine

Il 9 novembre 2008 Miriam Makeba moriva. Si era appena esibita in un concerto a Castel Volturno (CE) contro la camorra e il razzismo.

Lì, pochi mesi prima, sei migranti africani erano stati uccisi, vittime innocenti di regolamenti di conti tra clan locali. La strage di Castel VolturnoTutti ghanesi.

Il suo ultimo concerto. Nello spirito dell’attivismo, della lotta e della solidarietà, che le avevano segnato la vita, e da cui si era lasciata segnare. Contro l’Apartheid nel suo Paese, il Sud Africa, al fianco di Nelson Mandela; contro le violenze; contro i soprusi. Come ambasciatrice di pace e di buona volontà.

Un impegno che le era costato anche 31 anni di esilio.

Io non canto canzoni politiche, dico la verità“. aveva detto spesso Canto per qualcosa non contro qualcosa: per la vita, per le donne, per i bambini“.

Mama Afrika era una donna generosa e determinata. E lo è stata fino alla fine, con un concerto che voleva dire NO e BASTA. Ma con la gioia di sempre. Perché mentre l’energia si affievoliva – sarebbe morta di lì a poco – il cuore restava saldo nella direzione della lotta alla stupidità degli uomini.

Pata Pata è – guarda caso – la suoneria del mio telefonino. Ve la voglio proporre qui in due versioni. Quella della giovanissima e sensuale Miriam e quella dell’ultimo concerto.

E poi – se avete tempo – un documentario eccezionale che ne ripercorre la storia, la sua e quella del Sud Africa che la vide protagonista.

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