Ci sono tanti diritti in pericolo nel mondo, uno di questi è la libertà di stampa e di espressione.
Il Report annuale di Reporter senza frontiere parla chiaro: cresce il numero dei giornalisti detenuti – 348 al momento e l’incremento è del 6% rispetto al 2015 -. La situazione più grave in Turchia con 100 giornalisti e collaboratori in galera.
Giornalisti e fotogiornalisti non se la passano molto bene neanche in Cina, Iran ed Egitto. Per quanto riguarda l’Africa, i Paesi dove i giornalisti subiscono minacce e abusi quasi quotidiani sono il Burundi, l’Etiopia e l’Eritrea.
E il Ghana? Il Ghana, nella libertà di stampa, è sempre stato in controtendenza, anzi – oltre ad essere fiero della propria libertà ed esercitarla – sa diventare anche critico nei confronti del cattivo giornalismo.
Il caso è recente de si riferisce alla copertura della CNN delle elezioni appena concluse.
Ai giornalisti ghanesi non è piaciuto il modo di presentare il loro Paese, specialmente laddove si scriveva che il Paese sta attraversando una profonda crisi e i cittadini stentano a procurarsi il cibo, per il quale devono anche fare file di molte ore. Uno dei tanti stereotipi sull’Africa, ripetuto (e riscritto) senza fare verifiche sul campo. L’Africa è povera, in Africa si muore di fame, in Africa si fa la fila per una ciotola di riso… In tutta l’Africa!
Non è piaciuto ai giornalisti e non è piaciuto neanche agli altri cittadini che si sono espressi sui social o inviando commenti ai giornali nazionali. Molti chiedendo che la CNN si scusasse, si informasse meglio e correggesse le sue “sviste”. Ai giornalisti ghanesi è toccato quindi farsi portavoce presso i colleghi americani. E al gigante statunitense è toccato emendare il pezzo.
Del resto basta leggere le testate ghanesi, o ascoltare i dibattiti in radio o in tv, per vedere che giornalisti e commentatori non la mandano a dire. In quanto ad agire poi si vede, ma non si può dire certo che i ghanesi stiano zitti.
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