I capelli, si sa, per noi donne sono importanti. E significano molto di più di “peli lunghi”. (Io, per esempio, quando sono giù o sento il bisogno di rinnovamento, vado dalla parrucchiera).
Tornando seri. In Africa “abbigliare la testa” porta con sé non solo stati d’animo, ma storia, cultura, passaggi di epoche. Ho trovato un video che vorrei condividere con voi e che, con buona sintesi, mostra cosa ha significato nel corso di alcuni secoli l’uso di determinate acconciature o, addirittura, il taglio a zero.
Si parte dell’epoca coloniale, che cambiò tutto nella storia dell’Africa Sub-Sahariana, comprese – ovviamente – la relazione con gli altri e anche con il proprio corpo. I capelli – durante l’epoca coloniale e la schiavitù – erano, appunto, eliminati, la testa rasata. Niente femminilità, niente identità. Ma le donne la femminilità la ritrovarono cominciando ad usare sciarpe colorate, turbanti sistemati intorno al capo nelle maniere più originali e intriganti.
A cavallo del ‘900 l’emancipazione delle donne coinvolge anche le donne africane, che per avvicinarsi alla cultura dei bianchi cominciano a utilizzare prodotti chimici per eliminare l’increspatura dei capelli e lisciarli. Cosa che peraltro è rimasta in uso.
A riportare la naturalezza nella moda furono gli anni Sessanta, la beat generation, il femminismo, la lotta nera per i diritti civili. E così i capelli tornano crespi, folti, ribelli anche loro.
Altra evoluzione dei tempi sono i dreadlock, legati all’africanità, al nero è bello, al recupero dell’identità. Arrivano poi le treccine – molto imitate dalle donne occidentali che spesso tornano da un viaggio in Africa con il marchio di questo viaggio tra i capelli, treccine appunto.
E oggi? Oggi è questa la provocazione: “Io non sono i miei capelli, non sono la mia pelle, sono l’anima che vive dentro di me“.
È un bel messaggio, mi piace. Purtroppo non è proprio così. Le donne africane continuano a lisciarsi i capelli, esiste la regola di raparsi a zero fino a quando non ci si sposa o non si hanno figli, o comunque è obbligatorio quando si frequenta ancora la scuola. E si usano tinture per cacciare via quel nero troppo nero. Ma non sarà questa la libertà? Lisciarsi, arricciarsi, allungare, accorciare, tingersi. Proprio come fanno tutte le donne del mondo.
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