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Genocidio Rwanda, la BNP Paribas accusata di aver favorito l’acquisto di armi

Dopo 23 anni dal genocidio del Rwanda ancora emergono particolari e accuse. A Parigi è stato aperto un procedimento nei confronti della banca BNP Paribas. La banca è accusata di aver consentito, attraverso una particolare transazione, l’acquisto di armi utilizzate per il massacro.

Il procedimento è stato aperto a seguito delle istanze presentate da ONG e associazioni della società civile: l’associazione anti corruzione, Sherpa; il collettivo di parti civili del Rwanda, CPCR e l’ONG Ibuka France (Memoria e Giustizia).

Minimizza Le Figaro affermando che non c’è nulla di nuovo e che tali accuse erano già note e gli stessi vertici della banca evitano commenti ma dicono che si tratta di una vecchia storia risalente al 1994 (sic!).

Ma quali sono i fatti? Secondo l’accusa – tra l’altro non smentita dalla BNP Paribas – il 14 e 16 giugno 1994 autorizzò un trasferimento di fondi di oltre 1,14 milioni di euro dal conto che la Banca Nazionale del Rwanda aveva presso di loro verso il conto svizzero di Willem Tertius Ehlers, proprietario sudafricano di una fabbrica d’armi. Secondo l’accusa la Paribas sapeva per quale motivo i soldi sarebbero stati utilizzati. Le uccisioni di massa ebbero inizio, infatti, il 6 aprile.

Il giorno dopo Ehlers e il colonnello Théoneste Bagosora, un militare hutu considerato una delle menti del genocidio e condannato in seguito dal Tribunale Penale Internazionale conclusero la compravendita di 80 tonnellate di armi che entrarono nel Paese attraverso l’aeroporto di Goma, nella RDC, visto che a maggio l’ONU aveva posto un embargo sulle armi in Rwanda.

Il genocidio portò al massacro – soprattutto a colpi di machete e armi rudimentali – di oltre 800.000 persone, in maggioranza Tutsi e Hutu moderati. Tutto si svolse in poco più di tre mesi.

A seguito del genocidio venne istituito il Tribunale Penale Internazionale per il Rwanda, che nel corso degli anni ha perseguito e condannato solo rwandesi, nonostante le accuse al Belgio e alla Francia di aver contribuito al genocidio. Il Tribunale ha smesso la sua attività dopo vent’anni, nel 2015.

Sono molti, comunque, a pensare che il procedimento contro la Paribas non porterà a nessun risultato.

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