Stamattina alle 8 in Liberia si sono aperte le consultazioni elettorali, presidenziali e legislative.
Un voto molto importante e atteso nel Paese, ma anche dalla comunità internazionale. Questo voto darà, infatti, la misura della capacità dei cittadini di usare il sistema democratico e rinunciare alle violenze, per costruire il futuro del Paese.
Già domani sono previsti i primi risultati provvisori, mentre i risultati definitivi dovrebbero essere annunciati il 25 ottobre.
Elezioni sul filo del rasoio con uno stato di allerta sia da parte dell’esercito che della missione ONU, UNMIL (che ha anche aiutato a distribuire il materiale elettorale nelle zone più remote).
Un invito alla calma e a non lasciarsi andare ad atti di violenza è arrivato sia dalla presidente uscente, Ellen Johnson Sirleaf, sia dai vertici della polizia che hanno detto alle forze di sicurezza di stare lontano dai luoghi allestiti per le votazioni per non generare tensioni ma, nello stesso tempo, di fate attenzione che tutto si svolga correttamente.
Sirleaf ha esortato i liberiani a votare per chi ritengono farà del Paese un posto migliore e non seguendo affiliazioni politiche, o legami etnici, religiosi o tribali.
Circa 2 milioni di persone sono attese alle urne, 5.390 i seggi elettorali nelle 15 contee.
I candidati sono 20, tra questi una sola donna, un filantropo e un ex leader dei ribelli.
Non è tra i candidati la presidente uscente che fu la prima donna a vincere elezioni democratiche in Africa, dopo un lungo periodo di guerra civile durata circa vent’anni e conclusasi nel 2003. Il suo governo ha dovuto fare i conti non solo con la distruzione economica e sociale seguita al periodo di conflitto interno, ma anche lo scoppio dell’ebola nel 2014.
A Ellen Johnson Sirleaf nel 2011 fu assegnato il Premio Nobel per la Pace. Ma molti negli ani l’hanno accusata di nepotismo e familismo e di non aver di fatto mai dato una svolta, in questo senso, al Paese.
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