Chi è stato in Ghana o ci vive sa quanto sia stressante cercare un indirizzo, anche perché l’indirizzo è spesso inesistente e, nel caso dei numeri civici, totalmente inesistente.
Ore spese a vuoto, girando qua e là e chiedendo a decine di persone prima che qualcuno riesca a darti la direzione giusta. Senza contare lo spreco di denaro quando ti muovi in taxi. Persino gli autisti di Uber sono spesso in difficoltà – sia perché alcuni non sanno usare il GPS, sia perché – e questo non è colpa loro – non esistono numeri civici, appunto.
Ci si affida allora a indicazioni come “vicino a…“, “nei pressi della junction tal dei tali” o anche “quando sei vicino chiamami che ti vengo a prendere” (sic!). Stress continuo, soldi buttati e, qualche volta anche litigi con i driver.
Che tutto questo stia per finire? Sarebbe ora, considerato che il Ghana è un Paese preso a modello da molti Stati limitrofi. Difatti – per fermarsi al problema delle strade – non mancano i nomi delle stesse e cartelli nuovi e visibili. Negli ultimi anni, infatti, il Governo ha lavorato in questo senso e le indicazioni delle strade sono aumentate in modo considerevole.
I problemi sono due: i ghanesi sono troppo abituati a esprimersi in termini di junction e vicino a e quindi spesso neanche memorizzano (non sanno) i nomi delle strade in cui abitano e, soprattutto, mancano i numeri civici. Cosa che rende molto complicato, ad esempio, il servizio postale. Tanto è vero che quasi tutti hanno una casella postale – che si paga annualmente – dove periodicamente ci si reca per “vedere se è arrivato qualcosa“.
Ma forse, come dicevamo, tutto questo sta per finire. Grazie ad un’app messa in rete da pochi giorni. Si chiama GhanaPostGPS – sviluppata da Vokacom – e permette a chiunque di localizzare e registrare la propria posizione e quindi generare un numero civico.
Naturalmente già dopo i primi giorni non sono mancate critiche. Chi afferma che una migliore localizzazione online può semplicemente aiutare i malintenzionati – il Ghana, dopo la Nigeria, è il più tristemente noto per le frodi online – chi fa notare che solo chi è un possesso di smartphone può avvantaggiarsi del sistema e chi fa notare che – come spesso accade – dopo il lancio di progetti al suono della fanfara, questi semplicemente non decollano o falliscono.
Anche nei commenti all’app – basta cercarla negli store – le critiche sembrano feroci. E lì, però, si fa fatica a capire se la persona in questione – come molto autisti Uber – non è in grado di usare il sistema o si tratta davvero di crash e malfunzionamento. Insomma, magari la metteremo alla prova.
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