Non gli hanno mai assegnato il Nobel per la Letteratura, come per molti anni ci si è aspettato, ma Chinua Achebe è stato ricordato e celebrato in tutto il mondo grazie a Google che gli ha dedicato uno dei suoi famosi doodle nel giorno in cui (16 novembre) il celebre scrittore nigeriano avrebbe compiuto 87 anni.
Chinua Achebe vinse però il Man Booker Prize nel 2007, numerosi altri riconoscimenti e lauree honoris causa e ha lasciato una letteratura “spontanea” nata per raccontare la cultura, gli eventi, le tradizioni soprattutto della sua gente, la catastrofe culturale della colonizzazione e il disagio del post indipendenza, i regimi corrotti.
La sua opera più celebrata – e tradotta in 50 lingue – è Things fall apart, pubblicato in Italia con il titolo Il crollo e poi – in successive edizioni, Le cose crollano. Io tengo sempre aperta su un leggio la trilogia – Things fall apart, No longer at ease, Arrow of God.
Chinua Achebe, che fu anche insegnante, saggista, conferenziere, ispiratore, ha messo in pratica quel famoso detto, che spesso citava: Until the lions have their own historians, the history of the hunt will always glorify the hunter. Finché i leoni non avranno i loro narratori, la storia glorificherà sempre il cacciatore.
Lui raccontava le sue storie ma avvertiva: If you don’t like my story, write your own. Se non ti piace la mia storia, scrivi la tua.
Un invito, un monito, uno stato mentale.
Uno dei suoi saggi più importanti e decisi fu An Image of Africa: Racism in Conrad’s “Heart of Darkness” – Un’immagine dell’Africa: razzismo nel “Cuore di tenebre” di Conrad.
La mente libera e pensante che esercita il suo potere.
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