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Google translate non salverà le lingue africane

Uguqulela njani? Unoshandura sei? እንዴት ነው መተርጎም የምትችለው? 

Significa, semplicemente, come si traduce? Il primo in Xhosa, la seconda lingua più parlata in Sud Africa; il secondo in Shona, lingua parlata in Zimbabwe; il terzo in amarico, lingua ufficiale in Etiopia.

Sono alcune delle lingue africane aggiunte recentemente da Google nel servizio Google traduttore. In totale sono 103 le lingue supportate e 13 sono africane:  Swahili, Hausa, Yoruba, Zulu, Igbo, Malagasy, Afrikaans, Chichewa, Sesotho, Somali, Xhosa, Shona, Amharic.

La questione è: può bastare Google per ristabilire il valore delle lingue africane – circa 2.000, per alcuni studiosi 2.500 – rispetto alle lingue coloniali o salvarle dall’estinzione? Certamente no. Anche se può rappresentare un segno di riconoscimento di uguale dignità a queste lingue rispetto a quelle europee. (13 su 2.000 o 2.500…)
Ma parlare una lingua, insegnarla e scuola e leggere libri scritti in lingue originali africane, è tutta un’altra cosa. E va oltre le operazioni commerciali di facciata, seppure con la loro importanza.

La morte di una lingua è come l’incendio di una biblioteca” ha detto Okoth Okombo, docente di Comunicazione e Linguistica all’Università di Nairobi.

In quest’articolo – che si basa sul lavoro dell’UNESCO e di altre fonti di istituti di ricerca, vengono esaminate le aree e le lingue più a rischio. L’inchiesta risale a qualche anno fa e questo rende la situazione più drammatica perché nel frattempo non ci sono stati segnali che le comunità locali abbiano ripreso possesso della propria cultura.

A people without the knowledge of their past history, origin and culture is like a tree without roots – Markus Garvey (Un popolo che non conosce la sua storia, origine e cultura, è come un albero senza radici)

Il pidgin è stata una ribellione se vogliamo, di carattere storico e politico. A proposito, sapete che la BBC ora trasmette anche in pidgin? E, paradossalmente, visto che è una lingua-non lingua bastarda, ha una sua dimensione strutturata e addirittura grammaticale. Una ribellione – dicevo – contro la lingua del colonizzatore.

Insomma molti africani hanno fatto con l’inglese, il francese, il portoghese, quello che hanno fatto con la religione cristiana, anche questa imposta – l’hanno accettata, o hanno fatto finta, e poi l’hanno riempita e abbellita di forme, manifestazioni credenze locali.

Ma la lingua pura, quella è un’altra cosa. Perché non è solo portatrice del significato letterale, diciamo così, ma di molto, molto altro. E molte di queste finiranno per scomparire. 

Nonostante Google translate.

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