africa news

Il “genocidio del Mediterraneo”. Anno dopo anno

Sarà pure diminuito il numero dei rifugiati (grazie agli scellerati accordi dell’Italia, con la Turchia prima, con la Libia poi) ma il numero di coloro che affogano nel Mediterraneo non cala affatto. Anzi.

Nel 2017, per il quarto anno consecutivo, per oltre 3.000 migranti – 3.100 per l’esattezza –  il viaggio è finito in mare. Persone che non sono mai arrivate a destinazione, qualunque sogno questa destinazione fosse.

È il dato (la conta dei morti) fornito dall’OIM, Organizzazione internazionale per le migrazioni, che ha definito il Mediterraneo “il confine più mortale al mondo“. Lo dicono i numeri: dal 2000 al 2017 le persone morte in mare sono state 33,761, e i dati si fermano a giugno 2017. Solo in questa prima settimana del 2018 sono morte 64 persone.

Imbarcazioni inadeguate, persone messe in acqua dai trafficanti libici quando sono ormai allo stremo delle forze, mancata coordinazione tra le unità di soccorso dei vari Paesi (mancanza di coordinazione o di intervento spesso consapevole e colpevole): sono queste le cause che producono questa quantità anormale di vittime.

Un genocidio, ma nessuno si è ancora azzardato a chiamarlo così. Un genocidio scandenzato, anno dopo anno.

Per liberarci del nero, il nemico… Per liberarci della vergogna di guerre in cui nessuno vorrebbe restare – e non parlo solo di Africa. Per liberarci di una povertà – o di un bisogno o di una voglia di riscatto – che ci infastidisce. Per liberarci del fallimento e dei risultati delle politiche colonialiste; degli sfruttamenti selvaggi di beni e persone; del consumismo inutile; del neoliberismo sfrenato (libero per chi?); delle multinazionali e del benessere costruito sulle spalle di molti, per il potere di pochi. Per liberarci di una ribellione

Quelle citate sono solo le cause tecniche che provocano tante morti. Le cause più serie e profonde stanno altrove. Stanno in stanze comode e confortevoli dove si decide il futuro – e la fine – di tanti esseri umani.

dati IOM

 

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...