Una base militare, l’esenzione dalle tasse del personale statunitense e per operazioni di import-export, agevolazioni di varia natura, training militare. Sono i termini di un contestatissimo accordo fatto dai Governi USA e del Ghana per la realizzazione di una base in questo Paese dell’Africa occidentale.
Una nazione sovrana pronta però a svendersi alla (pre)potenza statunitense, del suo presidente e del suo ministro della Difesa. Questo è quello che pensano e dicono in molti nel Paese.
Sono accordi presi nel più completo riserbo – ma anche vigliaccamente negati fino alla fine. Oggi però sono venuti a galla, anche perchè era necessaria l’approvazione in Parlamento. Nel frattempo, una testata locale ne è venuta in possesso e li ha pubblicati. Dal documento emerge una grande arroganza e pericolosità, secondo la minoranza parlamentare che ne sta chiedendo l’immediato ritiro. Si tratterebbe – dicono i parlamentari dell’opposizione – di un attacco alla sovranità dello Stato, non dimenticando di menzionare la disproporzione delle forze militari messe in campo dalle due parti e che secondo l’accordo dovrebbero invece cooperare.
Non va inoltre dimenticato che il documento prevede che “L’esercito USA e i contractors non siano soggetti al pagamento di tasse o oneri analoghi all’interno del Ghana” e per quanto riguarda importazioni e esportazioni “siano esenti da qualsiasi ispezione, licenza altre restrizioni, tasse doganali o altri oneri“.
Da molte parti questo viene visto come il più grande errore fatto sotto la presidenza di Nana Akufo Addo, che si è distinto in questi mesi per le sue dichiarazioni in cui prevale il concetto – e lo slogan – “Ghana beyond aid“.
La motivazione di una base militare in Ghana sarebbe stata giustificata come un programma di sicurezza e di contrasto al terrorismo. Ma c’è chi ha fatto notare che il terrorismo si è sempre presentato e rafforzato laddove esista una presenza militare USA e che ora il Ghana, che è sempre stato un Paese pacifico e finora non ha subito nessun evento di volenza terroristica, sarà sotto i riflettori di Al-Qaeda e di altri gruppi estremisti.
Il ministro della Difesa ghanese, Dominic Nitiwul, ha spiegato che il documento è un “accordo di cooperazione per la difesa” tra i due Paesi per la formazione congiunta e che prevede solo l’utilizzo di due edifici presso l’aeroporto internazionale di Kotoka. Posizione confermata dall’Ambasciata statunutense ad Accra.
Nessuno crede però a queste dichiarazioni, giudicate di facciata, anche perché per la parte riguardante “Access to and use of Agreed Facilities and Areas in the Republic of Ghana” non è specificato dove siano e quali siano le dimensioni di queste facilities e areas.
E intanto la figlia di Kwame Nkrumah ricorda, in un post su Facebook, le parole del primo presidente, panafricanista convinto anche sul piano della difesa. “Se non uniamo e mettiamo insieme le nostre forze militari per la causa della difesa comune, i nostri Stati spinti da un senso di insicurezza possono essere portati a stringere patti con potenze straniere, cosa che può finire per mettere in pericolo la sicuerezza di tutti noi“.
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