È il Rwanda il primo Paese ad aver ratificato il Protocollo sulla libera circolazione delle persone e “ammesso” il Passaporto africano, nell’ambito dell’African Continental Free Trade Agreement (AfCFTA), il più grande accordo commerciale tra i Paesi africani. L’accordo, che riguarda tutti i Paesi del continente, è stato finora ratificato da Ghana e Kenya (ma non ancora il Protocollo e il Passaporto africano).
Ad annunciarlo è stato il portavoce della Commissione dell’Unione Africana, Moussa Faki Mahamat.
Questo vuol dire che i cittadini di qualunque Paese africano potranno entrare in Rwanda senza la necessità di richiedere il visto, per un massimo di 90 giorni e – afferma il documento – “in conformità con le condizioni di migrazione che non sono in contrasto con il protocollo“.
Il passaporto africano era stato lanciato nel 2016 per facilitare il libero movimento degli africani in tutto il continente. Tuttavia, fino alla recente ratifica del Rwanda, il passaporto era disponibile solo per i presidenti, i diplomatici e alcuni funzionari governativi.
Secondo il quadro strategico di Agenda 2063 la deadline per tutti i Paesi africani di adeguamento alle nuove norme è il 2018, ma considerate le questioni tecniche e burocratiche il 2020 è una data più plausibile.
Qualche giorno fa il primo ministro etiope, Abiy Ahmed, ha annunciato che seguirà presto le orme del Rwanda, Visa-Free per entrare nel Paese.
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