Tu ci critichi e noi ti censuriamo. In Uganda ufficiali della sicurezza nazionale hanno vietato alle stazioni radio, alle discoteche e luoghi pubblici di suonare “Mac Onywalo Buru” (Fire Produces Ash, ovvero Il fuoco produce cenere) di Lucky Otim.
Il musicista nel brano muove una chiara denuncia ai deputati dell’etnia Acholi (Nord del Paese), quella di aver trascurato i diritti e le necessità del loro popolo una volta andati al potere.
Il cantante ha affermato che gli ex presidenti con radici nel Nord Uganda si rivolterebbero nella tomba a vedere come questi deputati sono “collusi” e vanno a braccetto con il presidente Museveni. Tra gli ex presidenti di cui parla figurano il generale Tito Okello Lutwa, il sanguinario dittatore Idi Amin e Milton Obote. Non proprio esempi di tranquilli uomini politici.
La canzone è stata vietata per motivi di sicurezza, perché inciterebbe alla violenza. Tra i deputati citati c’è chi ha detto di non sentirsi affatto offeso e chi ha preferito non commentare.
Comunque sia, il brano è diventato sia un hit che un caso che riaccende le polemiche sulo stato di povertà del Nord dell’Uganda e sulla reazione dei suoi giovani.
Questo brano fa entrare Lucky Otim (Bosmic Otim) nel novero degli artisti attivisti ugandesi. Tra questi c’è anche Bobi Wine – che si è poi dato alla politica – e la sua Freedom, che era incappato nella stessa censura un anno fa.
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