Non meno di 1500 nigeriani sono detenuti nelle carceri italiane. Lo ha comunicato l’ambasciatore italiano in Nigeria, Stefano Pontesilli, durante un recente briefing con la stampa ad Abuja, capitale della Nigeria.
L’ambasciatore ha smentito che il Governo italiano starebbe rispedendo in Libia i nigeriani che sono riusciti a raggiungere il nostro Paese attraverso il Mediterraneo. Anzi – ha detto – il Governo italiano sta facendo il massimo per gli immigrati “accogliendoli, sfamandoli, dandogli un lavoro, una casa e aiutandoli a ricostruirsi una vita“.
“Grazie a Dio – ha aggiunto – il nostro Governo, anche con l’aiuto dell’Unione Europea e dell’Organizzazione Mondiale delle Migrazioni, sta lentamente rimpatriando i nigeriani nel loro Paese con voli charter“.
Secondo gli ultimi dati a disposizione (al 31 luglio 2017) i detenuti nele carceri italiane sono 56.766, gli stranieri sono 19.373.
I più rappresentati sono, in ordine decrescente, il Marocco (18,6 per cento dei detenuti stranieri), la Romania (13,7 per cento), l’Albania (12,8 per cento), la Tunisia (10,5 per cento), la Nigeria (5,6 per cento) e l’Egitto (3,4 per cento).
Come spiega bene Open Migration
La sovrarappresentazione degli stranieri nel nostro sistema carcerario non si può imputare a una loro presunta maggiore propensione al crimine, ma è invece influenzata da fattori normativi e sociali, specialmente per chi è in Italia come irregolare. Secondo gli esperti della materia, infatti, l’insieme dei dati sociali e criminali relativi alla popolazione detenuta immigrata dimostra senza equivoci che il sistema della giustizia penale è al servizio di un’idea fortemente selettiva su base etnica e sociale.
Il presidente dell’associazione Antigone, Patrizio Gonnella, sottolinea che il “tasso di fiducia penitenziario” – misurato calcolando il rapporto fra il totale delle persone in esecuzione penale e quelle che sono in misura alternativa, e drasticamente diverso per italiani e stranieri – è misura eloquente di un sistema penale selettivo, che ripropone meccanismi discriminatori già presenti nella società libera.
Inoltre, la carenza di strutture sociali di accoglienza e di intergrazione reali – aldilà di quanto afferma l’ambasciatore italiano in Nigeria – non possono che favorire la delinquenza e la marginalizzazione. Che si parli di italiani o di stranieri.
E non sarà certo la criminalizzazione degli immigrati, né il clima di odio e rifiuto di questi ultimi tempi, a migliorare le cose.
Categorie:africa news