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Kantamanto, il grande mercato ghanese degli abiti usati

Kantamanto ad Accra è il paradiso degli acquisti e dei buoni affari. Migliaia di piccoli commercianti soprattutto donne – si parla di 30.000 ma è un numero approssimativo – dalle prime ore dell’alba cominciano a piazzare la loro merce, cumuli di abiti di seconda mano.

È noto anche come la “bend down boutique”, perché per trovare il meglio devi prepararti a stare piegato e tirar fuori le cose più belle – e possibilmente più economiche – dalla massa informe di tessuti e colori sparsi da ogni parte. Ma c’è chi li riordina per bene per categorie di merce, genere e magari per colore. Se ne trova per tutte le tasche. Dai 50 centesimi ai 20 euro e poco più.

Le condizioni di lavoro e di sicurezza non sono certo le migliori, né per i commercianti né per i clienti. E non è successo una sola volta che scoppiassero incendi. Si promettono più controlli, sistemi di sicurezza, si minacciano smantellamento e dislocazione ma poi tutto ricomincia e gli affari vanno avanti.

Acquistare abiti usati – rejected, come dicono da queste parti – conviene. Una camicia può costare anche solo 1-2 o 3 Ghana Cedi ( 1 Ghana Cedi è pari a 0,181… centesimi di euro), ma se puoi permetterti di spendere 20 o 30 Ghana Cedi (GHS) o anche di più, allora puoi trovare abiti semi nuovi e ancora con le etichette, probabilmente messi via per qualche piccolo difettuccio di fabbrica. (Attenzione però, perché i prezzi in Ghana aumentano dalla notte al giorno….)

Anche per le scarpe è lo stesso. Si va a caccia delle marche europee e soprattutto italiane perché tutti sanno che sono le migliori.

Acquistare qui è molto più conveniente che indossare un abito di stoffe locali. Per una camicia occorrono almeno 2 o 3 yard di tessuto – così viene definita la misura – e a seconda della qualità  si paga dai 15 (ma sono le più scadenti) ai 60-70 GHS a yard. Poi bisogna metterci il lavoro di sartoria, non meno di 50 GHS fino anche a 100 e oltre se il tessuto e manifattura sono importanti. Stesso discorso per gli abiti femminili.

Kantamanto è la grande fiera degli abiti usati dunque, di chi si accontenta di rimestare nei cumuli di merce buttata da via da altri e pronta a passare nelle mani del nuovo proprietario. Sta crescendo anche il numero degli espatriati che preferiscono acquistare a questo africano mercato delle pulci.

Qui c’è un detto “If it’s white is right” – se proviene dall’Occidente (o dai bianchi) allora è fatto bene. In mercati come questi entrano dunque in gioco più elementi: la voglia di vestire bene, il senso smaccato delle donne ghanesi per gli affari, la necessità di risparmio e, non ultimo, il concetto molto radicato che quel che proviene dall’Occidente è sempre e comunque migliore.

In ogni caso risparmio e guadagno per tutti (compresi quelli che dall’Occidente fanno commercio e affari sulla raccolta degli abiti usati). A farne le spese è però la tradizione e la piccola economia locale dell’abbigliamento.

Anche se è tacito che per le grandi occasioni, gli abiti di fattura europea (usati o nuovi che siano) vengano mesi da parte per lasciare spazio allo sfoggio dei vestiti tradizionali.

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