Ulteriore prova dell’interesse della Cina per l’Africa (e viceversa) è l’apertura di una nuova ambasciata, stavolta in Burkina Faso, nella capitale Ouagadougou.
È avvenuto a poco più di un mese dal ripristino delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi, secondo i quali – questi i primi commenti – si sta aprendo una nuova era fatta di collaborazione e business.
A Ouagadougou sono già arrivati professionisti cinesi che lavorano nei settori della salute, dell’agricoltura, della formazione professionale, dell’energia e delle infrastrutture.
Il primo ministro del Burkina Faso, Paul Kaba Thieba, ritiene che progetti in corso con la Repubblica Popolare Cinese possano aiutare ad affrontare le insufficienze del Paese nel campo dell’energia, delle infrastrutture, ma anche delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Insomma – ha affermato – la Cina è per noi un’opportunità.
Le relazioni diplomatiche si erano interrotte poiché il Burkina Faso rimaneva uno dei due Paesi africani, insieme allo Swaziland, convinti a riconoscere il Taiwan come area indipendente dalla Cina, cosa che naturalmente non faceva piacere a Pechino.
Probabilmente il Governo burkinabé ha ritenuto più vantaggioso cambiare rotta.
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