Il presidente Uhuru Kenyatta gioca la carta del populismo per mostrare di combattere la corruzione rampante nel Paese.
Il capo di Stato ha affidato ai giovani kenyoti il compito di sradicare questa piaga, esortandoli a compiere arresti di concittadini sospettati di corruzione. Lo rendono noto giornali locali.
In realtà è diffusa l’opinione che il regime di Kenyatta – al suo secondo mandato dopo una contestata vittoria – sia il più corrotto dei quattro leader che il Kenya ha avuto da quando ha ottenuto l’indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1963.
L’annuncio – e l’esortazione di farsi guardie civiche – sono arrivati in occasione della Giornata internazionale della gioventù.
“Il potere di porre fine alla corruzione in questo Paese è nelle vostre mani” ha detto.
Ma la proposta è stata accolta con grande scetticismo anche perché i ragazzi dovrebbero poi portare le persone “in stato d’arresto” allla più vicina sede di polizia, ma sono proprie le forze di polizia ad essere notoriamente le più corrotte.
Spesso i casi criminali vengono perseguiti o abbandonati a seconda se si pagano o meno bustarelle agli ufficiali. Uno sforzo da parte della Commissione del servizio di polizia nazionale per eliminare agenti di polizia corrotti è stato avviato nel 2012 ma se la corruzione rimane endemica vuol dire che non è stato fatto abbastanza.
A riprova di questo un singolo esempio: di 26 persone accusate di aver farro sparire milioni destinati al servizio giovanile nazionale nel 2015, 23 sono state assolte e ora le autorità hanno accusato 57 funzionari dello stesso dipartimento per un medesimo reato.
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