Rischio di guerra civile in Camerun. Le elezioni presidenziali – si sta concludendo lo spoglio dei voti – non hanno fatto che acuire contrasti e rivendicazioni.
Mentre il presidente uscente Paul Biya è ancora deciso a rimanere in carica per il settimo mandato consecutivo, il candidato dell’opposizione, ex ministro della Giustizia e leader dell’MRC (Movimento per il rinascimento del Camerun), Maurice Kamto, a ventiquattr’ore dalla chiusura dei seggi ha indetto una conferenza stampa per annunciare la sua vittoria. Azione vista come una vera e propria offensiva poiché arrivata ancora a seggi aperti.
Kamto ha invitato il presidente uscente a “cedere il passo in nome della pace”.
La tensione che continua a salire ha le sue radici anche nella lotta intestina che riguarda la minoranza anglofona che da anni denuncia oppressione e violenze d parte della maggioranza francofona, Tant’è che da tempo è in corso un tentativo di secessione a cui il Governo si è imposto con tutti i mezzi soprattutto quelli della volenza.
La tornata elettorale non ha fatto altro che inasprtire gli animi e le violenze e ormai non si contano le testimonianze – sia di singoli cittadini, che di organizazioni umanitarie – dei crimini commessi sulla popolazione civile.
Nel Nord del Paese – area anglofona – le elezioni, con bassa percentuale di votanti, si sono svolte tra tensioni e l’uso delle armi.
Su 24 milioni di persone solo 6.5 milioni si sono registrate per il voto.
Altra questione estremamente seria in Cameroon è l’espansione di Boko Haram, soprattutto nel Nord nel Paese dove oltre 230.000 persone sono rifugiate e possono cotare solo sull’intervento delle organizzazioni internazionali.
Per tornare alle elezioni commentatori locali affermano che è molto difficile che Biya lasci la stretta del comando così facilmente, dopo 35 anni al potere.
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