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Mattoni a base di urina, la sperimentazione dall’Università di Città del Capo

Mattoni a base di urina. Sarà possibile grazie agli studi realizzati da un team dell’Università di Città del Capo (UCT) – Sud Africa.

“I bio-mattonihanno spiegato i ricercatori – sono creati attraverso un processo naturale chiamato precipitazione di carbonato microbico, un processo che somiglia al modo in cui sono formate le conchiglie”.

La sabbia viene, in sostanza, colonizzata da batteri che producono ureasi, un enzima, e carbonato di calcio attraverso una reazione chimica complessa. Ciò cementa la sabbia in qualsiasi forma, sia che si tratti di una colonna solida, sia di un mattone da costruzione rettangolare.

Il bio-mattone – se messo in commercio – aiuterebbe anche l’ambiente e il riscaldamento globale in quanto è realizzato in stampi a temperatura ambiente. I mattoni regolari vengono invece cotti a forno a temperature intorno a 1.400 ° C e producono grandi quantità di anidride carbonica. Inoltre ci sarebbe un certo risparmio di acqua.

Tale materiale da costruzione innovativo si avvarrebbe dunque di quello che il supervisor del team di ricerca definisce “oro liquido” e potrebbe essere utilizzato su scala ancora più ampia nell’agricoltura.

L’urina rappresenta meno dell’1% delle acque reflue domestiche (in volume) ma contiene l’80% d’azoto, il 56% di fosforo e il 63% di potassio che, appunto, finiscono nelle acque reflue.

Circa il 97% del fosforo presente nelle urine può essere convertito in fosfato di calcio, ingrediente chiave dei fertilizzanti usati in agricoltura. Cosa ancora più importante se si pensa che  le riserve di fosfato naturale al mondo sono ridotte al lumicino. I fertilizzanti sono quindi parte del processo utilizzato per produrre i bio-mattoni.

Al momento – hanno spiegato ancora i ricercatori – solo l’urina dei maschi viene raccolta perché socialmente accettata.

Tale speruimentazione, secondo gli studiosi che vi hanno lavorato, è un forte passo verso la sostenibilità e un cambiamento di paradigma risopetto al modo di considerare i rifiuti e agire nell’ottica del riciclo. Anche quello della pipì.

 

 

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