Taniche di plastica trasformate in oggetto d’arte. L’idea è del ghanese, Serge Attukwei Clottey, il cui lavoro sta a metà strada tra la protesta e l’espressione artistica.
Le sue opere e perfomance all’aperto, hanno infatti – tra le altre cose – un obietivo: gettare luce sul problema della proprietà della terra nel suo Paese. Dimostrare di possederla è infatti molto difficile se non si hanno documenti, cosa improbabile quando le proprietà sono passate di mano in mano attraverso le discendenze.
Ma questo è solo un aspetto dell’espressività possibile attraverso questo oggetto così comune nel Paese e il suo riciclo.
Afrogallonism è la tecnica, e una vera e propria nuova forma d’arte contemporanea, scaturita dalla creatività dell’artista e dei tanti collaboratori che oggi lo circondano. Il nome trae ispirazione dalle taniche gialle usate per trasportare acqua, note in Ghana come Kufuor Gallon chiamate così da quando, agli inizi del 2000 e sotto la presidenza di John Kufuor gravi carenze d’acqua costringevano la popolazione, le donne soprattutto, a recarsi verso fonti – anche molto lontane – per approviggionarsi.
Quelle taniche oggi servono a Attukwei Clottey per inviare messaggi attraverso le sue opere di strada. Con esse ha persino formato una sorta di tappeto che delimita quella che sarebbe la sua (contestata) proprietà in un quartiere di Accra.
Ma l’Afrogallonism – dicevamo – ha prodotto anche numerose altre iniziative culturali, esibizioni, dibattiti ed eventi sul suolo ghanese, ospitate anche in Europa.
Ecco alcune delle sue opere. Molto di più potete trovare sulla sua pagina Facebook.
[Tutte le foto sono di NII ODZENMA]
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