È uno studio di un certo interesse quello avviato da due politologi americani, Jonathan Powell e Clayton Thyne che tengono memoria e analizzano, i colpi di Stato nel mondo a partire dagli anni Cinquanta ad oggi.

I due studiosi definiscono il colpo di Stato – coup d’ètat – come un
illegal and overt attempts by the military or other elites within the state apparatus to unseat the sitting executive
and successes as episodes in which the perpetrators control power for at least 7 days
In sostanza – come affermano tutte le definizioni ufficiali – si tratta di un tentativo fatto contro la legge o al di fuori della legge volto a modificare il vigente ordinamento dei pubblici poteri e di solito compiuto da forze armate o da altre élite all’interno dell’apparato statale allo scopo, appunto, spodestare l’ordine e il Governo costituito. Tentativo che – secondo i due politologi – per dirsi riuscito deve durare per almeno 7 giorni.
Nel continente africano dal 1950 ci sono stati 204 colpi di Stato – riusciti o no. Calano a un centinaio quelli riusciti. Quello che emerge dall’archivio è che negli anni i golpe sono andati diminuendo. E se tra il 1960 e il 1999 ogni decennio contava tra i 39 e i 42 tentativi di colpi di Stato, dal 2000 il loro numero è andato diminuendo a 22, mentre nel decennio in corso ce ne sono stati 16.
L’ultimo, quello – fallito – di qualche giorno fa in Gabon.
Il Sudan è il Paese che ha vissuto il maggior numero di putsch, 14. Il Burkina Faso quello che, invece, ha fatto esperienza del maggior numero di colpi di Stato riusciti, vale a dire 7.
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