Grande sciopero generale fissato per il 13 febbraio in Sudafrica. Lo ha annunciato il più grande sindacato dei lavoratori del Paese – Congress of South African Trade Unions (Cosatu) – per protestare contro licenziamenti in massa sia nel settore privato sia in imprese di proprietà dello Stato.
Non è un momento facile per il presidente Cyril Ramaphosa, il cui piano di riforma economica non piace a molti. Un piano che, nelle intenzioni, ha l’obiettivo di riprendere in mano la situazione economica del Paese, che oggi appare in forte crisi. L’idea di Ramaphosa, a capo dell’ANC, il partito di governo, è quella di riformare le aziende di Stato, ma anche ridurre le spese del governo e dei suoi rappresentanti nel tentativo – dice – di combattere la corruzione e ridurre il debito.
In realtà, il sindacato ritiene che i tagli annunciati nei vari settori lavorativi non farà altro che peggiorare la disoccupazione nel Paese.
Cosatu rappresenta i lavoratori dei settori delle miniere, manifatture, finanza e settore pubblico. La sua lunga alleanza con il National African Congress aveva finora garantito che le scelte in materia sociale e di lavoro fossero prese quasi sempre in accordo.
Tra le principali aziende coinvolte nei tagli sono la Eskom, compagnia elettrica; la SABC, radio televisione pubblica; l’Impala Platinum, Sibanye-Stillwater e Gold Fields, settore minerario e la Lender Standard Bank.
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