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Cresce il traffico illecito – e la mattanza – dei pangolini

I pangolini sono mammiferi a metà tra un formichiere e un armadillo e ricoperti di scaglie. E sono in pericolo. Naturalmente, per l’avidità dell’uomo. Tanto da essere considerati i mammiferi più contrabbandati al mondo.

Quello piccolo animale è sotto la pressione costante – e crescente – dei contrabbandieri sia per la sua carne, per le scaglie appunto, per derivarne medicine tradizionali e addirittura per farne ornamenti.

Tanto che, da qualche anno, tale commercio illegale è sotto i riflettori dell’Agenzia Investigativa per l’Ambiente (EIA), e la specie è da tempo considerata in pericolo. Tale commercio illegale interessa soprattutto l’Asia e l’Africa.

È stato certificato che negli ultimi 10-15 anni sono stati un milione di pangolini sono stati commerciati illegalmente in territori del continente asiatico ma la richiesta si è spostata in Africa, dove questi piccoli mammiferi sono cacciati soprattutto in Tanzania, NigeriaCamerun, Uganda.

L’EIA ha cominciato a tracciare una mappa e il risultato è sconfortante. E si tratta di aggiornamenti fermi al 2017.

Intanto continuano i sequestri. Qualche giorno fa l’Uganda ha sequestrato una spedizione di contrabbando sia d’avorio che di pangolino, per un valore di mercato stimato in oltre 8 milioni di dollari. Il più grosso sequestro fatto finora.

Il “bottino” proveniva dalla vicina Repubblica Democratica del Congo ed è passato attraverso il Sud Sudan prima di entrare in Uganda. Le zanne di elefante e le squame di pangolino erano nascoste in tronchi scavati imballati in tre contenitori.

È soprattutto l’Africa orientale – in particolare la Regione dei Grandi Laghi – quella da i pangolini dove vengono smerciati in maniera illecita i pangolini verso i porti e gli hub asiatici, anche se il commercio sta vedendo un incremento in Paesi come il Gabon e la Costa d’Avorio. Ma è il Camerun – nel West Africa – il Paese dove il mercato clandestino dei pangolini è più esteso.

 

 

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