Ha riscaldato gli animi in Ghana l’immagine postata da un utente Facebook che denuncia il razzismo insito in una statua fatta erigere da una chiesa cattolica nella regione Brong Ahafo.

La statua raffigura un angelo in abiti romani che, con una spada sottomette un diavolo. L’angelo è ritto, fiero e bianco, il diavolo, ai suoi piedi, è nero.

Un’immagine assai comune nell’iconografia cattolica.

Le accuse di razzismo e di “mental slavery” (forma di schiavitù che si è estesa alla mentalità delle persone) si sono diffuse a dismisura, mano a mano che la notizia – e l’immagine – venivano condivise e riprese anche dalla stampa, sia locale che estera.

La statua, dicevamo, si trova nello spazio esterno della Tepa Roman Catholic Grotto a Manfo, in quella che è la terza regione più popolosa del Paese, Brong Ahafo, con capitale Sunyani.

Ovviamente si chiede che la statua venga rimossa poiché rappresenta un’offesa e fa tornare alla mente il periodo schiavista e quello coloniale. “Non possiamo permettere questa mancanza di rispetto sulla nostra terra. Tutto ciò è vergognoso ed è un insulto” è uno dei commenti del giovane che per primo ha postato la foto sul social.

I commenti non smettono di affollare la pagina. Intanto sui media locali la chiesa in questione si difende, chiedendo di “ignorare il colore” e superare la divisione bianco/nero poiché l’intento della statua non era razzista. Mentre altri fedeli e prelati invitano a considerare il simbolismo insito in essa e non andare oltre.

Con ogni probabilità la statua, nonostante le critiche e il polverone che ha sollevato, resterà lì dov’è.