Una trasmissione radiofonica tutta al femminile per le donne del Sud Sudan. A condurla sono altre donne. La trasmissione si chiama Peace of her mind (La pace della sua mente) e viene trasmessa ogni venerdì su Radio Eye che ha frequenze in tutto il Paese.
L’iniziativa, nata in collaborazione con Oxfam, ha lo scopo di parlare alle donne e di discuterne con loro di temi delicati che esse spesso non hanno modo di affrontare per ragioni sociali, di tradizione, di pudore, e anche di paura. Uno di questi è la violenza sessuale.
Si tratta di un problema molto ampio e soprattutto in crescita, in un Paese che ha vissuto cinque anni di guerra civile. Il conflitto è scoppiato nel 2013, a soli due anni dall’indipendenza dal Sudan ed ha provocato una delle più gravi crisi umanitarie del pianeta. Più di 7 milioni di persone, due terzi della popolazione, hanno bisogno di aiuti e più di 5 milioni soffrono la fame.
La violenza di genere, secondo le Nazioni Unite, è stata usata come arma di guerra in questi anni di conflitto che si sarebbero ufficialmente conclusi lo scorso autunno con un accordo di pace siglato dal presidente Salva Kiir Mayardit e i ribelli. Di fatto, però, molte questioni rimangono aperte e la crisi sociale ed economica perdura.
C’è poi la questione dei matrimoni precoci. La situazione di bisogno spinge le ragazze a sposarsi molto presto (il Paese ha una delle più alte percentuali di matrimonio al di sotto dei 18 anni) e spesso sono le famiglie a forzarle verso uomini più grandi per assicurarsi il denaro che ne viene in cambio.
Secondo l’Unicef, 65% di donne e ragazze hanno subito violenza psicologica o sessuale nel corso della loro vita e circa il 51% sono state vittime di violenza domestica.
Sono queste alcune delle questioni toccate nel corso della trasmissione radiofonica. Ogni settimana Peace of the mind porta a galla tutte le avversità che le donne sud sudanesi sono costrette ad attraversare solo per il fatto di essere donne. Violenza e matrimoni precoci, ma anche il pregiudizio contro l’educazione di una ragazza e la difficoltà, quindi, di accedere al mondo del lavoro e, più difficile che mai, a cariche pubbliche.
Ancora secondo l’ONU l’80% delle donne nel Paese non sanno né leggere né scrivere.
Ascoltare la radio, ma anche intervenire in trasmissione può essere un primo passo verso una presa di coscienza e la speranza di non essere sole.
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