Non poteva trovare location migliore il presidente delle Seychelles, Danny Faure, per rivolgere un messaggio a tutto il mondo. Un messaggio per salvare e proteggere il mondo marino.
La location è stata, appunto, il cuore dell’Oceano Indiano. Collegato da un sommergibile a circa 124 metri di profondità, il presidente di uno degli angoli più belli del mondo, e per questo anche più in pericolo, ha rivolto un’accorata richiesta per salvaguardare l’ecosistema dell’Oceano.
“Esso – ha detto – mantiene vivo il pianeta e noi esseri umani, ed è chiaro che si trova sotto minaccia come non è mai stato finora“.
Indossando un t-shirt con i colori della bandiera del suo Paese, Faure ha ricordato la grande minaccia che incombe su quella parte del mondo, ma in generale su tutto il continente africano che già da tempo sta subendo gli effetti del cambiamento climatico.
“L’oceano è enorme – ha detto nel suo discorso circondato dal blu intenso – copre quasi il 70% del nostro pianeta, e noi siamo riusciti a incidere seriamente su questo vasto ambiente attraverso i cambiamenti climatici, l’acidificazione degli oceani, la pesca eccessiva, la plastica e altri tipi di inquinamento“. E ha aggiunto: “Abbiamo ora bisogno di azioni internazionali decise e coordinate“.
Secondo il WWF 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare ogni anno.
L’iniziativa ad effetto del capo di Stato delle Seychelles ha dato visibilità al progetto First Descend, una serie di spedizioni scientifiche per valutare lo stato dei mari, raccogliere dati ed informazioni e creare consenso nei confronti della battaglia per salvare l’Oceano.
Perché se è l’uomo ad aver creato il problema tocca all’uomo, se ne è capace e ne ha davvero la volontà, trovare la soluzione.
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