Negli ultimi mesi una serie di Paesi africani hanno chiuso i loro confini con altri Stati confinanti o ne hanno limitato l’accesso.
Come spiega AfricaNews tra le ragioni di questa decisione ci sono dispute diplomatiche, questioni legate alla sicurezza, emergenze sanitarie e motivi economici.
Chiuse tutte le frontiere via terra in Nigeria fino a quando non ci sarà certezza di avere il controllo su cosa entra nel Paese, ha fatto sapere il responsabile degli uffici di dogana. Bloccate anche le merci in uscita. Per consentire – si fa sapere – di imparare a gestirne il flusso, magari con l’ausilio di scanner ai punti di accesso.
Nessun problema però per quanto riguarda l’esportazione di petrolio che, naturalmente, è inviato dai porti. Anche se il contrabbando via terra o corsi d’acqua tra la Nigeria e il Benin è cosa nota.

Attività di contrabbando di petrolio tra Nigeria e Benin
Il Sudan ha invece chiuso le frontiere con la Libia e la Repubblica Centrafricana per ragioni di sicurezza. I timori sono che gli estremismi e le violenze in quei Paesi possano andare a peggiorare una situazione interna già fragile di per sé.
Nel febbraio dello scorso anno il Ruanda ha chiuso il suo confine con l’Uganda impedendo il passaggio di cittadini ugandesi o delle merci provenienti dal quel Paese. L’accusa è quella di maltrattare i cittadini ruandesi presenti in Uganda ma, soprattutto, di appoggiare gruppi ribelli ostili al presidente Paul Kagame. Museveni, capo di Stato ugandese, ha respinto le accuse, ma intanto non ha partecipato all’incontro programmato a Kigali nel settembre scorso, con la mediazione del presidente angolano Joao Lourenco. Così la questione rimane irrisolta.
Il Ruanda ha chiuso anche, per qualche tempo, i confini con la Repubblica Democratica del Congo a causa dell’epidemia di ebola. Questo nonostante l’Organizzazione Mondiale della Sanità avesse chiesto ai Paesi limitrofi di non farlo. Il Ruanda contrariamente ad altri Stati ha fatto un’altra scelta.
Nel giugno scorso chiuse anche le frontiere tra Somalia e Kenya. La decisione del Kenya è dovuta a motivi di sicurezza, legati ai movimenti dei terroristi di Al Shabaab, e al tentativo di fermare il commercio di droga.
Altra chiusura da segnalare quella tra Etiopia ed Eritrea. Dopo poco più di un anno dalla riapertura delle rispettive frontiere il presidente Isaias Afwerki ne ha autorizzato la ri-chiusura ai punti di accesso Serha-Zalambesa, Bure – Assab e Om Hajer-Humera, pare senza dare spiegazioni.
Altra area di confine in tensione è quella tra il Camerun e la Guinea Equatoriale. Quest’ultima avrebbe l’intenzione di costruire addirittura un muro tra le frontiere dei due Paesi. La Guinea accuserebbe il Governo del Camerun di consentire il passaggio illegale di immigrati.
Infine, ma questa è una vecchia storia, va ricordata la querelle tra il Botswana e lo Zimbabwe, separati da una rete metallica elettrificata dal 2003. La motivazione ufficiale? Prevenire il contagio dell’afta epizootica. Ma motivi economici, politici e i flussi migratori hanno inciso su una divisione che dura da anni.
E pensare che l’Accordo sul libero commercio firmato recentemente prevede il movimento senza restrizioni di persone e beni tra i Paesi africani
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