Un forum culturale sui rischi legati alla migrazione illegale. Si è tenuto a Yaoundé, capitale del Camerun, Paese con un alto tasso migratorio.
Evento centrato sui pericoli della migrazione irregolare, ma anche mirato a presentare opportunità di lavoro o formazione all’estero. All’incontro hanno partecipato anche ex migranti che hanno condiviso le loro esperienze.
Due giorni di discussione in cui una ONG locale ha illustrato ai giovani alcuni programmi di stage accademici o di lavoro all’estero.
Sono oltre 3.400 – è stato sottolineato durante gli incontri – i camerunesi che sono stati salvati negli ultimi mesi nel deserto, in mare e nei centri di detenzione in Libia.
Insomma, un appuntamento – a cui sono stati invitati molti studenti – il cui intento era anche, chiaramente, quello di scoraggiare chi sta pensando di affrontare il viaggio verso l’Europa.
Il Camerun è uno di quei Paesi che fa parte dei programmi di rientro volontario dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) e dell’Unione Europea. Si parla di più di 3.000 migranti tornati volontariamente dal 2017 ad oggi (250 del Camerun solo nel 2017).
Il programma prevede un aiuto pari a 1.200 euro, quasi 600.000 franchi CFA, per ognuno dei migranti che si iscrive al piano di rientro. Il finanziamento – che può essere richiesto dopo un mese dalla data di ritorno – che dovrebbe servire ad avviare un’attività. Ad oggi, solo il 60% dei candidati che hanno ricevuto i soldi sono operativi con il loro business.
Certo non mancano le criticità. La maggior parte di chi decide di rientrare si ferma poi in città (90%). Questo per evitare il giudizio della comunità che aveva lasciato e a cui preferisce non fare ritorno a causa dello stigma nei confronti di coloro che partono, ma non ce la fanno.
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