Il ministro della Salute rwandese è stata rimossa dall’incarico. L’accusa è di aver mentito sulle scorte di kit per effettuare i test di verifica sulle persone sospettate di aver contratto il virus. Lo ha reso noto lo stesso presidente, Paul Kagame.

Bugie, disattenzione e indisciplina sono le accuse che Kagame ha rivolto non solo all’ex  ministro, Diane Gashumba, ma anche ad altri membri dell’eseutivo.

Ma cosa è accaduto? In sostanza Gashumba avrebbe mentito sulla disponibilità dei kit a disposizione nel Paese. Kagame ha detto di aver personalmente chiamato il Primo ministro per  disporre che tutti loro fossero esaminati prima di una prevista riunione generale. La titolare del dicastero della Salute avrebbe risposto che i kit a disposizione erano solo 3.500 ed utilizzarne 400 per testare ministri ed esponenti politici avrebbe ridotto notevolmente le scorte.

Si sarebbe però scoperto che in realtà i kit erano solo 95. Kagame ha detto alla stampa di aver sollevato Gashumba dalle sue funzioni a seguito di “una serie di errori grossolani” facendo intendere che non si tratterebbe del primo problema legato al suo ministero. Gashumba era ministro della Sanità dal 2016. 

Finora nel continente africano si è registrato un solo caso accertato di coronavirus, in Egitto. Il test su una donna dello Zimbabwe è risultato negativo, così come altri condotti in Ghana, in Etiopia, in Costa d’Avorio.

Dopo il caso in Egitto l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha spedito in questi giorni kit per il test ai Paesi africani.

Fino a due settimane fa c’erano solo due laboratori, tra i 54 Paesi del continente, in possesso del reagente in grado di riconoscere il virus, Senegal e Sudafrica.