Sterilizzate contro il loro consenso perché portatrici di HIV. O, per meglio dire, con un consenso estorto approfittando del bisogno di cure. È accaduto in Sudafrica a circa 50 donne, tutte africane nere.
Il caso è emerso da un’inchiesta della Commissione per l’uguaglianza di genere in Sudafrica. Inchiesta condotta nel 2015 e resa nota oggi.
La Commissione (CGE) riporta 48 casi documentati di sterilizzazione forzata in vari ospedali del Paese. A mettere in moto l’indagine erano state organizzazioni a difesa dei diritti delle donne.
Tutte le donne, che successivamente hanno presentato denunce – afferma il documento della Commissione – sono donne di colore, prevalentemente portatrici di HIV.
La sterilizzazione avveniva quando si recavano in ospedale per partorire. Venivano “invitate” a firmare moduli – spesso mentre erano prese dai dolori del parto e quindi non erano in grado di comprendere appieno cosa facevano – che dichiaravano il loro consenso a procedere nella sterilizzazione. Pare che il personale ospedaliero minacciasse di rifiutare di fornire assistenza medica a chi non voleva firmare.
Si tratterebbe dunque di gravi violazioni dei diritti umani e di “trattamenti degradanti”. Inoltre, si accusa il personale ospedaliero di non aver rispettato l'”obbligo di cura”.
Il numero totale di persone con HIV in Sudafrica è aumentato dai circa 4,64 milioni nel 2002 a 7,97 milioni nel 2019, secondo le statistiche del Governo. Nel 2019, il 13,5% della popolazione totale in Sudafrica era sieropositivo.
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