Ironia che tende al sarcasmo, denuncia sociale, presa di coscienza. C’è tutto questo dietro #VraieFemmeAfricaine (la vera donna africana), una campagna nata per combattere la violenza, ma anche i pregiudizi, il maschilismo, il patriarcato. In una parola, la misoginia.
Un hashtag lanciato pochi giorni fa da femministe africane e che già in poche ore è diventato virale. Un’iniziativa, dunque, che vuole attirare l’attenzione sugli stereotipi e le situazioni che le donne affrontano nella vita di tutti i giorni e per interrogarsi sul modo in cui vengono trattate.
Ovviamente queste donne – che continuano a lanciare le loro frasi in Rete – si stanno ora confrontando con critiche, a volte insulti, accuse. Tra queste quella di essere state “corrotte dalla cultura occidentale” e di non saper restare “al loro posto“.
Sono bollenti dunque in questi giorni i social network afro-femministi. Con frasi ironiche e pungenti come: “Una vera donna africana non si offende quando suo marito la tradisce, si interroga“; “La vera donna africana fa un massaggio a suo marito che ha male dappertutto a forza di picchiarla“.
O anche: “Ti stupra, violenta i tuoi figli? Si tratta di tuo marito, mettiti l’anima in pace e prega: una vera donna africana non lascia che il diavolo rovini la sua casa“; “Se tuo marito ti picchia, nascondilo e chiediti cosa hai fatto per essere corretta [al fine di essere una vera donna africana]” e “Non devi avere troppa cultura, agli uomini non piace. I tuoi diplomi riducono le possibilità di trovare marito“.
Buon 8 marzo alle donne africane.
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