I casi di coronavirus in Africa sono arrivati a 290,380, 95-084 i guariti, 5,689 i decessi. Una percentuale certamente molto bassa rispetto alla popolazione (1 miliardo e quasi 300 milioni di persone) e ai casi e ai decessi di altre parti del mondo, l’Europa ad esempio con 2.403.128 di casi confermati e 188.064 morti (popolazione circa 742 milioni di abitanti).
C’è però preoccupazione e dunque rimangono in vigore le restrizioni anche se la maggior parte dei Paesi ha deciso il ritorno a scuola per svolgere gli esami, la riapertura dei mercati, di chiese e moschee (rendendo obbligatorio l’uso delle mascherine e la distanza sociale) .
Rimangono però chiuse le frontiere di quasi tutti i Paesi. In totale sono 43 i Paesi dove non è ancora permesso entrare e che tengono anche chiusi i confini terrestri. Alcuni però permettono ancora l’arrivo (con voli speciali) di cittadini e residenti.
Uno dei casi di riapertura è la Tanzania che, tra l’altro, ha provocato molte critiche visto che per settimane il presidente Magufuli ha rifutato di fornire i dati sulla diffusione dell’epidemia nel Paese per poi dichiararlo virus free grazie “all’intercessione di Dio“.
Ha dichiarato l’intenzione di riaprire i voli internazionali l’Egitto (dal 1 luglio), ma per nella maggior parte dei casi la decisione della riapertura sta subendo continui rinvii. Nella maggior parte dei Paesi gli aeroporti sono aperti solo per voli interni e per consenitire le operazoni dei cargo.
L’Africa Centers for Disease Control and Prevention ricorda che la regione nordafricana è l’area più colpita in tutto il continente sia in termini di casi positivi di Covid-19 sia in termini di numero di decessi. I Paesi africani con il numero dei casi più alto sono: Sudafrica, Egitto, Marocco, Gibuti, Nigeria e Algeria.
In un meeting in videoconferenza, il 28 maggio scorso, otto Paesi del WAEMU (Unione Economica e Monetaria dell’Africa Occidentale), hanno ragionato sulla possibilità della riapertura dei loro confini (terra, cielo e mare).
In quell’occasione è stato stabilito che la data di riapertura sarà concordata (e dunque probabilmente la stessa) tra i vari Paesi . Ma è anche stato sottolineato che questo non avverrà fino quando non ci sarà la certezza del contenimento della pandemia.
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