“Ex Africa semper aliquid novi” sosteneva Plinio il Vecchio. Dall’Africa arriva sempre qualcosa di nuovo.
Mentre i nostri DPI (dispositivi di Protezione Individuale), vale a dire le mascherine, cominciano a incrementare l’inquinamento dei mari e a svolazzare tra strade, alberi e marciapiedi, un’imprenditrice in Kenya ha realizzato un inceneritore per lo smaltimento delle mascherine.
In realtà si tratta di una riconversione d’uso di macchine prima utilizzate per smaltire assorbenti igienici. Si tratta di inceneritori portatili realizzati in modo da poter essere facilmente gestiti in ospedali e centri sanitari. Ma ce ne sono di misure più grandi in grado di bruciare fino a 20 chili di materiale alla volta.
A spiegarne la funzione e l’assoluta necessità alla BBC è stata Catherine Wanjoya, l’imprenditrice che ha ridisegnato l’oggetto al fine di contribuire alla salvaguardia dell’ambiente già molto compromesso da materiale e rifiuti di ogni tipo.
Oltretutto, ha spiegato Catherine Wanjoya, molte persone – magari nell’impossibilità di acquistarne di nuove, prendono le mascherine lasciate in terra per riutilizzarle.
“Questo – dice l’imprenditrice – è assai rischioso, anche perchè lo stesso virus Covid-19 potrebbe continuare a diffondersi in questo modo“.
Non è la prima volta che si scopre che individui raccolgono nei rifiuti o per strada mascherine usate, le lavano e poi rivendono nei mercati.
https://www.bbc.com/news/av/world-africa-54031971
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