L’Unione Europea ha recentemente aggiunto il tè Rooibos (Red Bush) al suo elenco di prodotti a denominazione d’origine protetta (DOP). Si tratta del primo prodotto africano a ricevere tale status nell’UE che conferisce così al prodotto una protezione legale.
A diffondere e commentare la notizia sono il ricercatore italiano della City Law School (City University of London) Enrico Bonadio e Magali Contardi dell’Università di Alicante.
Il Rooibos è quindi ora un prodotto DOP – lo stesso tipo di denominazione conferita allo champagne, al prosciutto di Parma, alla feta e a molti altri celebri alimenti. Il marchio DOP contribuisce al posizionamento globale di un prodotto, ed è probabile che risulti in ritorni – di carattere economico ma non solo – per la regione di provenienza.
In passato, vari sono stati i tentativi di appropriazione indebita del marchio Rooibos. Nel 2013, per esempio, una società francese aveva cercato di registrare il marchio nella cosmetica, sfruttando il fatto che questo tè sia ricco di antiossidanti.
Il Rooibos è ottenuto dall’infusione di foglie o steli essiccati della pianta Aspalathus linearis. La pianta cresce nel Cederberg, una regione di montagna con un terreno fertile situata a Nord di Città del Capo, in condizioni microclimatiche difficili (estati calde e secche e inverni umidi). Una volta raccolta, la pianta viene coltivata seguendo un processo specifico per produrre un tè che è fruttato, legnoso, dal gusto speziato e naturalmente privo di caffeina.
L’uso delle foglie e degli steli essiccati di Rooibos come tè è stato riportato per la prima volta nel 1772, anche se gli indigeni Khoisan del Sudafrica occidentale hanno consumato la bevanda fatta con il Rooibos per secoli. Il nome stesso deriva dalla lingua afrikaans, che significa “cespuglio rosso” e si riferisce alle foglie rosso-marroni della pianta.
La nuova designazione dell’Unione offrirà ai produttori e agli agricoltori di Rooibos un prezioso vantaggio poiché solo gli infusi prodotti nell’area locale a Nord di Città del Capo secondo regole specifiche potranno essere etichettati come “Rooibos“. Questo assicurerà che il tè prodotto in altre zone non possa essere venduto in UE – uno dei più grandi mercati del mondo – con il nome di Rooibos/Red Bush. Anche l’utilizzo evocativo di tale denominazione (per esempio, “Rooibos kind“, “Red Bush type“, “Rooibos style” o “Red Bush imitation“) è proibito.
Il marchio DOP dovrebbe inoltre favorire lo sviluppo economico della regione e di tutto il Sudafrica dove vengono prodotte una media di 14.000 tonnellate di Rooibos all’anno, e dove nel 2019-2020 l’aumento della domanda globale ha portato la produzione a circa 20.000 tonnellate.
Il South African Rooibos Council ha stimato che le vendite totali di Rooibos nel 2020 siano state pari a 6 miliardi di tazze di tè – una cosa pari a una tazza per ogni uomo sulla Terra. Ha anche riferito che metà della produzione viene consumata localmente, mentre l’altra metà viene esportata in più di 60 Paesi. Nel 2019, i maggiori mercati di esportazione erano Germania (28%), Giappone (22%), Paesi Bassi (9%) e Regno Unito (8%).
Il mercato globale delle tisane cresce del 7% all’anno. Con il nuovo status del Rooibos, non solo si prevede un aumento della domanda globale di questo prodotto, ma anche dei settori correlati, come l’agriturismo. Nel 2021, un rapporto dell’UE ha rivelato che i prodotti alimentari europei registrati nell’elenco DOP hanno generato, nel 2017, un valore di vendita stimato di 77 miliardi di euro.
Il marchio DOP potrebbe favorire anche l’occupazione. Come confermato nel rapporto del Consiglio del Rooibos, l’industria del tè rosso è già il più grande datore di lavoro per le persone delle province rurali del Sudafrica, con più di 8.000 lavoratori agricoli, e molti altri impiegati nella catena di approvvigionamento (lavorazione, imballaggio, vendita al dettaglio). Con una maggiore produzione e vendite internazionali in vista, questa tendenza è destinata ad aumentare.
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