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Il Salonga National Park non è più in pericolo. Rimosso dalla Lista nera dell’UNESCO

Buone notizie sul fronte ambientale e delle riserve naturali. L’UNESCO ha rimosso il Salonga National Park – Repubblica Democratica del Congo (RDC) – dall’elenco dei siti minacciati.

La notizia è stata diffusa dal Comitato del Patrimonio Mondiale riunito nella consueta sessione annuale durante la quale i membri valutano la condizione e la gestione di oltre 1.100 siti esistenti e accettano le candidature (39 quelle proposte nel 2020- 2021) dei Paesi per nuovi siti da inseirire della lista del patrimonio mondiale.

Nel comunicato l’Unesco ha elogiato gli sforzi di conservazione della RDC e l’impegno del Governo a vietare la prospezione petrolifera a Salonga, la più grande riserva naturale del Paese. Il Comitato del Patrimonio Mondiale ha citato “miglioramenti verso il suo stato di conservazione” sottolineando che “la gestione del parco è stata notevolmente migliorata, in particolare per quanto riguarda il rafforzamento delle misure antibracconaggio. Il monitoraggio regolare della fauna selvatica mostra che le popolazioni di bonobo rimangono stabili nel territorio nonostante le pressioni degli anni precedenti e che la popolazione di elefanti delle foreste sta iniziando a tornare“.

Salonga è la più grande foresta pluviale protetta dell’Africa e ospita il 40% delle scimmie bonobo della Terra, insieme a molte altre specie in via di estinzione. Creato nel 1970 dall’ex presidente Mobutu Sese Seko, è stato iscritto nel 1984 nella Lista del Patrimonio Mondiale e già nel 1999 in quella del Patrimonio Mondiale in Pericolo.

Situato nel cuore del bacino centrale del fiume Congo, il parco (3,600,000 ettari) è molto isolato e accessibile solo attraverso corsi d’acqua. Oltre ad essere l’habitat di molte specie endemiche in via di estinzione, come appunto il bonobo, ospita il pavone del Congo, l’elefante delle foreste e il coccodrillo africano dal muso sottile.

Il Parco Nazionale di Salona rappresenta uno dei rarissimi biotopi esistenti assolutamente intatti nell’Africa centrale“, scrive l’Unesco. “Comprende vaste aree paludose e foreste a galleria praticamente inaccessibili, che non sono mai state esplorate e possono ancora essere considerate praticamente vergini“.

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